La Lotta per le Investiture.
STORIA MEDIEVALE - LA LOTTA PER LE INVESTITUREENRICO IV E GREGORIO VIIEnrico IV, succeduto al padre nel 1056 quando aveva solo sei anni, cominciò a regnare nel 1065, una volta raggiunta la maggiore età. Durante i primi anni del suo governo, Enrico IV continuò ed intensificò la politica dei suoi predecessori e, nel tentativo di arginare il crescente malcontento della grande feudalità germanica, si appoggiò sempre più ai piccoli feudatari valendosi del loro aiuto. Nel frattempo a Roma la carica pontificia passò nelle mani di Ildebrando di Soana, massimo esponente del partito dei riformatori, il quale adottò il nome di Gregorio VII. In un primo tempo i rapporti fra il nuovo papa e l'imperatore furono sostanzialmente pacifici: soprattutto Enrico IV sentiva la necessità di appoggiarsi alla Chiesa per respingere le incalzanti pretese della grande nobiltà feudale. La situazione fra le due forze politiche mutò radicalmente quando l'imperatore, convinto di aver restaurato la propria autorità all'interno dell'impero, decise di contrapporsi alla politica riformatrice di Gregorio VII. Per meglio controllare la nobiltà, l'imperatore decise la nomina di alcuni vescovi fidati nei feudi più importanti dell'impero. Questa consuetudine non era nuova ma, se in passato il clero aveva accettato queste interferenze opponendo solo una blanda resistenza, Gregorio VII reagì decisamente accusando l'imperatore di intromissione negli affari interni della Chiesa. Già in passato Gregorio VII aveva dichiarato apertamente che nessun laico aveva il diritto di conferire cariche religiose, dimostrando la propria opposizione alla politica imperiale. Di fronte al nuovo affronto di Enrico IV il papa, che a causa della sua politica riformatrice si era già attirato l'opposizione di molti signori feudali in Francia, in Inghilterra e in Normandia, decise di promulgare il Dictatus Papae, in cui fissò i principi basilari e irrinunciabili del potere temporale della Chiesa. Per capire meglio l'importanza di questo documento, ne riportiamo alcuni passi: «Solo il pontefice romano può a buon diritto essere considerato universale. Egli solo può deporre e stabilire i vescovi. Un suo messo, anche se inferiore di grado, è superiore a tutti i vescovi e può emettere sentenze di deposizione. Egli solo può usare le insegne imperiali. Il suo titolo è unico al mondo. Gli è lecito deporre l'imperatore. Nessuno lo può giudicare. Egli può sciogliere i sudditi dalla fedeltà verso gli iniqui». Dalla semplice lettura di queste norme possiamo capire quanto fosse difficile una riappacificazione fra Enrico IV e Gregorio VII. Soprattutto i principi riguardanti l'elezione dei vescovi, la deposizione dell'imperatore e l'affrancamento dei sudditi dai feudatari e dai sovrani iniqui erano i punti cruciali del contrasto fra la Chiesa e l'Impero Germanico. La reazione di Enrico IV al Dictatus Papae fu decisa e tempestiva: egli, dimostrando il proprio disprezzo verso i principi sanciti dal papa, continuò tranquillamente ad eleggere vescovi sia in Germania che in Italia. Minacciato di scomunica da Gregorio VII, l'imperatore nel 1076 convocò il Sinodo di Worms e dichiarò ufficialmente la deposizione del papa. Nel febbraio del 1076 Gregorio VII rispose all'affronto, scomunicando Enrico IV e sciogliendo tutti i cristiani dall'obbligo di sottomissione nei suoi confronti. IL PERDONO DI CANOSSALa scomunica del 1076 mise in grave difficoltà Enrico IV: i grandi feudatari tedeschi, da molto tempo desiderosi di una rivincita sull'imperatore, approfittarono immediatamente della decisione di Gregorio VII. Durante un'assemblea privata radunata a Tribur, la grande feudalità germanica stabilì che se l'imperatore del Sacro Romano Impero non si fosse riconciliato col papa entro un anno, lo si sarebbe considerato decaduto. In quell'occasione inoltre venne fissata la convocazione di una dieta che avrebbe dovuto svolgersi, secondo i patti, ad Augusta, nel febbraio 1077, e in cui sarebbe stato discusso, con l'intervento di Enrico IV, il problema della controversia con il papato. L'imperatore però riuscì ad intuire le intenzioni della grande nobiltà feudale e si rese perfettamente conto che se si fosse presentato ad Augusta ancora macchiato dalla scomunica, i duchi tedeschi avrebbero approfittato dell'occasione per strappargli il trono imperiale definitivamente. Perciò Enrico IV decise di scendere in Italia con la ferma intenzione di ottenere il perdono del papa. Gregorio VII nel frattempo, mentre era in viaggio per Augusta, si fermò per un breve soggiorno nel castello di Canossa ospite della marchesa di Toscana, Matilde. Proprio sotto le mura di questa fortezza, Enrico IV si presentò al cospetto del papa in veste di penitente e di pellegrino e implorò per tre giorni il suo perdono, aggirandosi intorno al castello scalzo e sotto la neve. La messa in scena allestita molto abilmente dall'imperatore dimostra l'abilità diplomatica di quest'uomo che, pur di non perdere l'autorità imperiale accettò di buon grado di umiliarsi di fronte al suo principale nemico. Il progetto di Enrico IV infatti non poteva fallire: di fronte a tanta umiltà (l'imperatore aveva indossato addirittura un saio) il papa non avrebbe potuto negare il perdono, perché un gesto tanto drastico sarebbe andato contro la natura intrinseca della sua figura di rappresentante di Dio in terra. Così nel gennaio del 1077 Gregorio VII, contro la propria volontà, concesse il perdono ad Enrico IV, sollecitato dai suoi consiglieri e dalla stessa duchessa di Toscana, Matilde. L'imperatore tornò così in patria nel febbraio del 1077 e in occasione della Dieta di Augusta sconfisse Rodolfo di Svezia, che nel frattempo si era fatto eleggere nuovo sovrano del Sacro Romano Impero. La lotta fra l'imperatore e i duchi tedeschi proseguì sino al 1080 e terminò con la vittoria di Enrico IV. Una volta eliminati i dissidi interni, l'imperatore poté proseguire la sua lotta contro la Chiesa. Dopo essere stato colpito da una seconda scomunica, Enrico IV fece eleggere un antipapa nella persona di Clemente III e, nel 1081, scese in Italia, dove si assicurò l'alleanza dei comuni dell'Italia settentrionale. Nel giugno del 1083, sentendosi pronto ad un attacco definitivo, l'imperatore penetrò in Roma e assediò Gregorio VII, che nel frattempo si era rifugiato a Castel Sant'Angelo. L'anno successivo Enrico IV si fece eleggere imperatore per la seconda volta dall'antipapa Clemente III.Il progetto dell'imperatore germanico andò però in fumo per opera dei Normanni di Roberto il Guiscardo che, fedeli al patto di alleanza con il papato e preoccupati del crescente potere di Enrico IV, penetrarono in Roma e liberarono Gregorio VII dalla minaccia straniera. L'irruzione normanna si trasformò però in un vero e proprio saccheggio che costò al papa l'inimicizia del popolo romano; vista la difficile situazione Gregorio VII fu costretto ad abbandonare la sede pontificia e a rifugiarsi a Salerno presso la corte di Roberto il Guiscardo. L'anno successivo (1085), il papa riformatore morì lasciando il mondo cattolico senza una valida guida spirituale e soprattutto politica. Alla morte di Gregorio VII il titolo pontificio passò a Vittore III, che si dimostrò molto debole ed incapace di controllare la situazione, ed in seguito ad Urbano II, il quale, riuscendo a far sposare Guelfo II di Baviera con la contessa Matilde di Toscana, riuscì ad unire le forze più pericolose che Enrico IV avesse mai dovuto affrontare. IL CONCORDATO DI WORMSL'opera di Urbano II non si limitò all'unificazione della grande nobiltà feudale tedesca ed italiana contro l'imperatore, ma andò ben oltre, riuscendo persino ad opporre Enrico IV ai suoi stessi figli. Il primogenito, Corrado, sposò la causa del papato dopo essersi fidanzato con la figlia del re normanno di Sicilia Ruggero, mentre il secondogenito, Enrico, riuscì a far destituire il padre dalla carica imperiale durante la Dieta di Magonza (1106) e a farsi eleggere imperatore al suo posto. Nel 1107 Enrico IV morì a Liegi, dove si era rifugiato, dopo aver riconosciuto la legittimità del colpo di stato attuato dal figlio. Grazie all'opera di Urbano II la Chiesa usciva parzialmente vittoriosa dallo scontro con l'imperatore; non va dimenticato inoltre che proprio in questi anni il papa incominciò a predicare la necessità di una guerra contro i Turchi in Terra Santa. Questo evento, di cui parleremo in seguito quando tratteremo delle Crociate, concorse ad aumentare la popolarità del papa e ad isolare la figura dell'imperatore, con la conseguente perdita di molti alleati da parte di quest'ultimo. Enrico V, continuando la politica paterna, proseguì la lotta per le investiture. Nel 1110, infatti, scese in Italia con intenzioni bellicose e il papa (Pasquale II, succeduto a Urbano II), consapevole della propria debolezza, gli propose un accordo: la restituzione, da parte della Chiesa, di tutti i feudi ecclesiastici ad essa concessi da Carlo Magno in poi, in cambio della rinuncia, da parte dell'imperatore, a investire nuovi vescovi. Questa proposta di Pasquale II riguardava proprio la causa prima della lotta per le investiture; è infatti su questi due punti che, originariamente, l'imperatore e il papa si erano trovati in disaccordo. Mentre infatti il papato rivendicava giustamente la dipendenza dei vescovi dalla propria autorità, allo stesso modo l'imperatore non era disposto ad accettare che i vescovi-conti, i quali avevano ricevuto ricchezze e benefici dall'autorità imperiale, potessero improvvisamente liberarsi dal vincolo di dipendenza imposto come condizione alla concessione del potere feudale.La proposta di Pasquale II quindi accontentava, in linea teorica, ambo le parti, riconoscendo alla Chiesa l'autorità sui vescovi e restituendo all'impero tutti i territori e i benefici concessi a suo tempo ai vescovi-conti. Enrico V, dopo aver vinto l'opposizione dei duchi germanici contrari alla proposta papale, accettò le condizioni di Pasquale II a patto di rimettere in discussione l'intricata questione dei beni di Matilde di Toscana. La contessa infatti, morendo, aveva nominato come unico erede la Chiesa, lasciandole oltre ai suoi domini personali anche una serie di terre che, secondo la consuetudine medioevale, avrebbero dovuto tornare all'imperatore. Se le volontà di Matilde fossero state rispettate, si sarebbero estesi i possessi territoriali del papato a tutta la Toscana. Di fronte a questo nuovo disaccordo, nel 1117, Enrico V ritornò in Italia e sconfisse l'esercito normanno accorso in aiuto del papa. Tuttavia Enrico V non avrebbe potuto far valere le sue ragioni neppure con un'azione militare: l'eventuale assassinio del papa gli sarebbe costato l'inimicizia di tutto il mondo cristiano e probabilmente lo stesso trono imperiale. D'altra parte. anche la Chiesa incominciava ad avvertire la necessità di giungere a un compromesso: molti esponenti del clero, soprattutto in Germania, si erano dimostrati fedeli più ad Enrico V che al papa e la stessa Chiesa rischiava di andare allo scisma. Le due parti scesero a patti nel 1122 con la stipulazione del Concordato di Worms, sottoscritto da Enrico V e dal papa Callisto II. Con il Concordato di Worms furono stabilite le rispettive aree di competenza: alla Chiesa fu riconosciuto il diritto della consacrazione religiosa, mentre all'imperatore quello dell'investitura feudale. Enrico V pertanto accettò la sua esclusione dalla politica italiana in cambio del diritto di assistere all'elezione dei vescovi tedeschi. Fu stabilito inoltre l'obbligo per i nuovi vescovi tedeschi di prestare il giuramento di fedeltà all'imperatore, in qualità di suoi vassalli. È difficile stabilire se il Concordato di Worms abbia favorito più l'imperatore oppure il papa, mentre si può affermare con certezza che, in Italia, coloro che trassero maggior beneficio dall'indebolirsi delle strutture feudali furono i liberi Comuni, i quali, sviluppando le attività commerciali, promossero un nuovo modo di vita in netta contrapposizione con quello feudale. Guadagnare navigando! Acquisti prodotti e servizi. Guadagnare acquistando online. Centro in provincia di Reggio Emilia, nel comune di Ciano d'Enza, a 597 m s/m., su una dorsale tra le valli dell'Enza e del Crostolo. 45 ab. CAP 42026. • St. - Nei pressi si ergono le mura del castello dove il 28 gennaio 1077 si incontrarono l'imperatore Enrico IV e il papa Gregorio VII, in presenza di Matilde. Nome di sei imperatori di Germania. ║ E. II, santo: duca (937-1024) di Baviera, dopo la morte di Ottone III fu proclamato re di Germania (1002). Ebbe in moglie santa Cunegonda. ║ E. III: figlio di Corrado II il Salico e di Gisella. Successe al padre nel 1039, occupandosi subito di allargare i domini e di consolidare l'autorità del suo regno (1017-1056). ║ E. IV: figlio del precedente e di Agnese. Ottenne la successione paterna nel 1056, e governò sotto la reggenza della madre. A sedici anni sposò Berta di Savoia. Si adoperò energicamente a rafforzare la sua autorità sulle terre dell'Impero, per cui dovette sostenere numerose lotte. Ma la lotta più aspra la ingaggiò contro la Chiesa, a proposito della controversia per le investiture (1050-1106). ║ E. V: figlio del precedente e di Berta di Savoia. Fu incoronato re nel 1099. Ruppe ogni rapporto con la Chiesa essendosi preso il diritto di nominare e dare l'investitura ai vescovi. In seguito, però, dovette scendere a patti e stipulare con Callisto II il Concordato di Worms nel 1122 (1081-1125). ║ E. VI: figlio di Federico Barbarossa e di Beatrice di Borgogna. Nel 1186, per mire politiche, sposò, a Milano, Costanza di Altavilla, erede al Regno di Sicilia. Il papa Urbano III si rifiutò di incoronarlo, e allora E., per ordine del padre, invase il territorio pontificio, saccheggiandolo; solo quando il successore di Urbano, Gregorio VIII, gli promise che non avrebbe ostacolato le sue pretese sulla Sicilia, sospese le ostilità (1165-1197). ║ E. VII: figlio del conte Enrico III di Lussemburgo. Alla morte di Alberto di Asburgo (1308), fu nominato imperatore. Fu incoronato ad Aquisgrana nel 1309 (1270 circa-1313). Gregorio.Nome di sedici papi. ║ San G. I detto Magno: figlio di Gordiano della famiglia senatoria Anicia. Fu eletto papa nel 590, succedendo a Pelagio II di cui era stato per alcuni anni Legato a Costantinopoli. Liberò Roma dai Longobardi che poi convertì, aiutato dalla regina Teodolinda; fece evangelizzare i Visigoti di Spagna, e gl'Inglesi; riformò la liturgia (introducendovi il canto che fu detto gregoriano). Sue opere: Omelie; Dialoghi; Regola pastorale, e 13 libri di Lettere (Roma 540 circa - 604). ║ San G. II: papa dal 714 al 731. Figlio di Marcello, si occupò specialmente delle conversioni in Germania; fece restaurare molte chiese di Roma; combatté in Oriente l'eresia degli iconoclasti scomunicando l'imperatore Leone Isaurico, fronteggiando i disordini che turbavano l'esarcato di Ravenna e il tentativo dei Longobardi di approfittare del contrasto per occupare nuove terre. Con la donazione da parte di Liutprando del castello di Sutri, diede inizio al potere temporale dei Papi. Di G. II si hanno 15 Lettere di notevole importanza storica (Roma 669-731). ║ San G. III: figlio di Giovanni, siriano, fu papa dal 731 al 741. Continuò a combattere gli iconoclasti; minacciato a sua volta dai Longobardi nell'esarcato, chiese invano l'aiuto di Carlo Martello (m. Roma 741). ║ G. IV: figlio di Giovanni, romano, eletto nell'827. Istituì la Festa d'Ognissanti; fece fortificare Ostia contro le incursioni dei Saraceni e restaurare chiese e conventi di Roma. Intervenne, ma senza successo, nella contesa fra i principi francesi Lotario e Luigi il Germanico, detto il Pio (m. Roma 844). ║ G. V (Brunone di Carinzia): cugino di Ottone III, che lo fece eleggere papa nel 966. Fu il primo Pontefice tedesco. Nella lotta contro l'imperatore, il partito di Giovanni Crescenzi gli contrappose l'antipapa Giovanni XVI (972 -Roma 999). ║ G. VI (Giovanni Graziano): papa dal 1045 al 1046; sollecito dell'ordine e del prestigio della Chiesa, indusse con denaro l'indegno Benedetto IX a dimettersi; posta in discussione anche la legittimità della sua elezione dal Sinodo di Sutri convocato dall'imperatore Enrico III, fu deposto (m. Colonia 1048). ║ San G. VII (Ildebrando di Soana): eletto papa a sessant'anni (1073), continuò con grande energia l'opera riformatrice iniziata dai predecessori, e iniziò la lotta per le investiture, contro l'ordinazione dei vescovi da parte dei principi laici. L'imperatore Enrico IV lo avversò aspramente; egli allora lo scomunicò e lo ridusse alla famosa umiliazione di Canossa (1077). Non avendo Enrico mantenuto le promesse fatte, papa G. lo scomunicò per la seconda volta riconoscendo imperatore Rodolfo di Svevia. Sconfitto e ucciso Rodolfo, Enrico IV, venuto a Roma, fece eleggere l'antipapa Clemente III; G., assediato in Castel Sant'Angelo, fu liberato da Roberto il Guiscardo che gli si era alleato, ma dovette seguirlo a Salerno (Soana 1013 circa - Salerno 1085). ║ G. VIII (Alberto Del Morra): beneventano di nobile famiglia, eletto papa nel 1187, morì due mesi dopo l'elezione mentre a Pisa faceva da mediatore in una controversia tra Pisani e Genovesi (m. Pisa 1187). ║ G. IX (Ugolino dei conti di Segni): successore di Onorio III nel 1227, vide inasprirsi sotto il suo pontificato le lotte tra Guelfi e Ghibellini; sostenne una contesa acerrima contro Federico II a proposito della II Crociata e delle investiture, e lo scomunicò due volte (1228 e 1239) (Anagni 1170 -Roma 1241). ║ G. X (beato Teobaldo Visconti): fu papa dal 1271 al 1276; convocò a Lione (1274) un Concilio nel quale stabilì nuove regole per l'elezione dei Pontefici (Piacenza 1210 - Arezzo 1276). ║ G. XI (Pierre Roger de Beaufort): eletto successore di Urbano V nel 1370, si adoperò a pacificare i principi d'Europa; decise di riportare la sede papale da Avignone a Roma, dove entrò solennemente il 17 gennaio 1377. Riconciliò Firenze con la Chiesa (Rosiers-d'Egletons, Corrèze 1329 - Roma 1378). ║ G. XII (Angelo Correr): eletto nel 1406 durante il grande scisma tra i Papi di Avignone e quelli di Roma. Era allora antipapa Benedetto XIII, al quale G. propose di far cessare lo scisma rinunciando entrambi al potere. L'accordo sfumò, e nel 1409 un Concilio in Pisa depose papa e antipapa, eleggendo Alessandro V (Venezia 1325 - Recanati 1417). ║ G. XIII (Ugo Buoncompagni): successore di Pio V nel 1572, fu attivissimo negli avvenimenti europei della Controriforma, ma non riuscì a pacificare l'Italia centrale. Il suo nome è legato alla riforma del calendario (che da lui prese il nome), effettuata nel 1582, e all'università gregoriana (Bologna 1502 - Roma 1585). ║ G. XIV (Niccolò Sfondrati): papa nel 1590, fu aspramente avverso a Enrico IV di Francia, lo scomunicò e offrì la corona francese, a Filippo II di Spagna (Somma Lombardo 1535 - Roma 1591). ║ G. XV (Alessandro Ludovisi): eletto nel 1621; da esperto giurista fissò nuove regole per i Conclavi; istituì la Congregazione De propaganda Fide, combatté il Protestantesimo, protesse i gesuiti; pubblicò importanti collezioni ecclesiastiche fra cui le Decisioni della Rota (Bologna 1554 - Roma 1623). ║ G. XVI (Mauro Cappellari): frate camaldolese fatto cardinale da Leone XII ed eletto nel 1831, fu un papa reazionario, avverso specialmente ai liberali italiani; ricorse agli Austriaci e ai Sanfedisti per reprimere le insurrezioni emiliane contro il potere temporale. A Roma fece ricostruire la basilica di San Paolo fuori le Mura, fondò l'Orto botanico, il Museo etrusco e una Scuola d'agricoltura (Belluno 1765 - Roma 1846). Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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